Amalia Gré: il jazz e le sue sfumature beige

Amalia Gré, con il suo album “Beige”, realizza un omaggio agli standard che hanno segnato la sua vita artistica e personale. Un disco complesso, denso di sfumature e di tinte che rappresenta un inno alla libertà stilistica. Ogni classico è “indossato” dalla voce di Amalia con grazia, stile ed eleganza

Amalia Gré: il jazz è beige

Il beige è un colore “classico” che richiede personalità e stile per essere valorizzato. Una nuance che non tutti possono indossare perché rischia di “spegnersi”.

E il beige, secondo Amalia Gré, è anche il colore del jazz. Un classico che non invecchia mai e che può essere valorizzato, reinventato, ridefinito. Un genere che offre un preziosissimo spazio di libertà agli autori. “Il jazz, a mio avviso, è beige perché può essere rivisitato in mille modi e con mille istanze, ma rimarrà sempre un classico”.

Amalia Gré
Amalia Gré

E Amalia con “Beige” rende omaggio, in assoluta libertà, a undici standard immortali del genere: da “Goodbye pork pie hat” a “Autumn in New York”. “Questa musica dà all’interprete la libertà di rivisitarla, reinventarla e lascia in ogni autore delle impronte indelebili – ci spiega -. Si tratta di un linguaggio stratificato che consente, grazie all’improvvisazione di creare una nuova melodia partendo da una già nota”.

La libertà di scavalcare le regole

“Beige” si muove in uno spazio libero, ha il coraggio di scavare a piene mani dalla tradizione ed indossarla come un vestito nuovo. Amalia Gré non rinuncia ad inserti elettronici, a virtuosismi vocali che diventano pienamente funzionali alla struttura dei brani. Il beige dei classici diventa, attraverso la sua voce, un colore scintillante e splendente, vivo ed eterno.

Amalia Gré

“Questa musica è una valvola di sfogo e cuscino culturale maestoso sul quale io mi appoggio e mi appoggerò – Mi ha dato le ali. Ho conquistato la libertà espressiva che ti dà l’arte di improvvisare, propria del jazz. Ma mi sono liberata ancora di più, quando poi ho deciso di scavalcare le regole che anche il jazz imponeva. L’ho ristrutturato, destrutturato e ne ho fatto casa mia, con ritmiche e strutture personali”.

Una destrutturazione che ha la forza di una centrifuga, che restituisce nuove tonalità splendenti a un colore dalla forte personalità.

Perché il beige, come il jazz, è un classico. Che non invecchia e che non stanca. Basta indossarlo con eleganza e consapevolezza. Con stile e personalità. Con coraggio e libertà.

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