Alessandro Baronciani: “Sospeso” in un abisso blu

Alessandro Baronciani con “Quando tutto diventò blu”, edito da Bao Publishing, affronta il tema degli attacchi di panico e della “paura di avere paura”. Dalla graphic novel è nato il progetto di un concerto a fumetti disegnato e raccontato da Alessandro Baronciani, suonato da Corrado Nuccini (Giardini di Mirò, direttore artistico di Ferrara sotto le stelle) e Daniele Rossi (Maria Antonietta, Colombre, Gazebo Penguins), con la collaborazione di Her Skin e Ilariuni (Gomma) e altri ospiti del mondo musicale femminile come Maria Antonietta, Rachele Bastreghi, Giungla, Verano, Any Other e Hän. Un’idea che abbatte ogni barriera fra racconto personale, musica e fumetto e che ha assunto anche la forma di un disco e di uno splendido video. “Sospeso”, il primo singolo del progetto, scritta da Corrado Nuccini e Alessandro Baronciani è cantata da Ilariuni, evocativa voce dei Gomma.

“Quando tutto diventò blu”: il suono di un silenzio abissale

Abissi che rischiano di inghiottire corpi e anime, silenzi che privano dell’ossigeno. “Quando tutto diventò blu” di Alessandro Baronciani ci catapulta nel silenzio abissale e nel blu profondo della “paura di avere paura”, della confusione e del non sapere cosa stia succedendo.

Quando tutto diventò blu
“Quando tutto diventò blu” – Bao Publishing

Quella sensazione di perdita di controllo per cui cerchi di controllarti ancora di più, di confusione per cui cerchi risposte a domande che non sai neanche esattamente quali sono. Quella sensazione di avere cucita sul petto la lettera scarlatta, che tutti guardano e giudicano, senza capire.

“Quando tutto diventò blu” – Bao Publishing

Baronciani riesce a rendere “normale” un argomento ancora troppo tabù: quello dei disturbi mentali, qualsiasi siano la loro declinazione e definizione. Scrivere un fumetto sugli attacchi di panico, sui disturbi d’ansia in generale o su qualsiasi altro disturbo, e farlo in modo magistralmente sensibile e delicato, significa dire a chi ne soffre di non vergognarsene, che non è l’unico, che c’è una soluzione.

Quando tutto diventò blu
“Quando tutto diventò blu”

L’impatto dei disturbi d’ansia e degli attacchi di panico

È di quasi un terzo la parte di popolazione mondiale che ha sofferto, almeno una volta, di disturbi d’ansia. Secondo le statistiche rese note dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) questo dato indica che si tratta di disturbi molti diffusi nella popolazione. Dati che, comparati con il numero di persone che affronta la guarigione con il supporto di specialisti, evidenzia quanto l’informazione e l’educazione sui disturbi d’ansia siano necessari.

Quando tutto diventò blu
“Quando tutto diventò blu” – Bao Publishing

Gli attacchi di panico indicano un malfunzionamento: i sintomi tipici sono reazioni incontrollate (tremori, tachicardia, difficoltà respiratorie, senso di svenimento…) che si innescano quando il nostro “sistema di allarme” va in tilt, avvisandoci di un imminente pericolo che, in realtà, non esiste.

La nostra intervista ad Alessandro Baronciani

Il rifiuto

Perché il problema degli attacchi di panico, è rifiutare di soffrire di attacchi di panico”: è questo che troverete nel fumetto, una testimonianza che rispecchia esattamente la realtà.

Quando tutto diventò blu
“Quando tutto diventò blu” – Bao Publishing

In chi  sprofonda in questo abisso blu c’è la difficoltà ad ammettere di soffrire di un disturbo mentale, ci sono gli sguardi impietositi, se non spaventati, degli altri, c’è una visione, ancora radicata, del “pazzo” alla Jack Torrance. Si innesca un circolo vizioso in cui si teme che ci sia “altro” a non funzionare bene, in cui si tende a cercare di avere un maggiore e totale controllo sulla propria vita e ad indagare compulsivamente su quali siano le cause di questo malfunzionamento. Ma, spesso, c’è anche l’evitamento di qualsiasi tipo di terapia, sia psicologica che farmacologica, perché si tende a cedere ad una forte emozione, quella della vergogna, come se il malessere del momento dipendesse da un fallimento personale.

Questi atteggiamenti, poco aiutano a “liberarsi”. Anzi.

Nuotare sospesi

Il primo passo per iniziare a pensare di avvicinarsi ad una terapia volta ad analizzare e risolvere il disturbo, potrebbe sicuramente essere quello leggere “Quando tutto diventò blu” edito da Bao Publishing. Anche chi non ha mai sofferto di questa patologia, sfogliando le didascalie del fumetto riuscirà ad immedesimarsi e, in qualche modo, a capire cosa succede nella mente e nel corpo di chi, invece, nuota quotidianamente in questo abisso blu. Un abisso blu rievocato anche dalle parole di “Sopseso” il primo singolo ideato per il cd e il concerto sonoro di accompagnamento a “Quando tutto diventò blu”.

Non ti puoi fermare.

Non mi lasci respirare non mi lasci più pensare,

non mi può più fare male.

Sono in sospeso non c’è corrente a trascinare,

appena sento un po’ più male la mia passione è respirare

Saranno minuti, ore, giorni interminabili, difficili e bui: ma, una volta riemersi a galla, facendosi sostenere dall’acqua, sarà un incanto guardare, e apprezzare, il blu del cielo. Perché “Bisognerebbe cercare di capire sempre cosa ti fa stare male, magari prima di stare male. E poi cosa ti fa stare bene, anche se potrebbe essere la cosa più difficile.

di Tonya Giosa, Psicologa e Psicoterapetuta

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