Servizio di Donatella Gagliano e Giulia Felici
Raccontare un’artista per rivelare il suo volto umano. “Raccontami di Rino”, di Pierluigi Germini e Carolina Germini, edito da Momo, è un libro-dialogo tra un padre e una figlia per scoprire il valore intergenerazionale di Rino Gaetano.
“Papà, perché non mi racconti di Rino?”
La precarietà e la fragilità di una clausura forzata diventano il pretesto inaspettato per un dialogo intergenerazionale. Un ponte di comunicazione tra epoche musicali diverse. Quella di Pierluigi Germini, musicista e storico collaboratore della casa discografica RCA, e quella della figlia Carolina, classe 1993.
Dalle annotazioni sui tovaglioli dei ristoranti alla passione per la fotografia, dalle birre al bar sotto casa alle cene con la madre Maria, Pierluigi racconta del suo amico Rino, dissipando la nebbia che avvolge i ricordi ordinari che non pensi mai di dover trattenere. “Oggi avrebbe compiuto settant’anni e mentre lo dico confesso che è un numero che mi fa una certa impressione, perché lui se n’è andato via quando ne aveva trenta e nei miei ricordi rimane fermo a quell’età.”
Una soffitta piena di scatoloni e bauli, densa di ricordi impolverati pronta a dischiudersi e a manifestare il potere di rinascita della musica di Rino.
Il suo pezzo più famoso Il cielo è sempre più blu ha infatti tenuto alto il morale di una nazione in un momento di necessità. “Penso che Rino non avrebbe mai immaginato che, dopo oltre quarant’anni, una sua canzone sarebbe stata usata come simbolo di speranza in un momento così buio. Ricordo benissimo quando un giorno mi telefonò e mi disse: «Sto scrivendo un pezzo che parla di tutte le cose che le persone possono fare in una giornata qualsiasi. Il messaggio che voglio trasmettere è che nella vita c’è sempre una soluzione».”
Quaranta anni senza Rino ma grazie a lui il cielo è ancora più blu.