Giulia Blasi e la sua Rivoluzione Z

Intensa, profonda ed ironica. La nostra chiacchierata con Giulia Blasi, in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Rivoluzione Z. Diventare adulti migliori con il femminismo” edito da Rizzoli è stata l’occasione per un viaggio di generazione in generazione. L’evento, organizzato dalla Libreria Teatro Tlon nella nuova location outdoor del Monk di Roma , ha approfondito l’urgenza del sentirsi adulti responsabili di divulgare le consapevolezze conquistate e la necessità di rispondere alle difficoltà di una generazione che rischia di essere sola nella decodifica del mondo

Non hai capito niente

Lo scambio tra generazioni non avviene per simbiosi, è l’ascolto l’elemento cardine.

Ed è proprio ascoltando lo smarrimento di tutte le ragazze e i ragazzi che la contattano sui social, che Giulia Blasi ha deciso di scrivere un libro rivolto soprattutto ai più giovani parlando con voce da adulta.

“Rivoluzione Z è stato pensato per parlare ad uno spettro ampio di persone e per includere i ragazzi e le persone transgender, genderqueer o genderfluid, “soprattutto perché manca una letteratura emotiva ed educativa diretta all’educazione civile di tutti”.

Giulia Blasi
Rivoluzione Z

Lo scambio di messaggi su Instagram del servizio di primo soccorso chiamato “pronto soccorso femminista” saturi di punti di domanda e di quesiti esistenziali sono stati la spinta per declinare un nuovo saggio, dopo “Manuale per ragazze rivoluzionarie”, che stavolta parlasse anche ai ragazzi. “Provo sempre ad ampliare la mia visione, perché non c’è niente di più arricchente di sentirsi dire -non hai capito niente”.

Di generazione in generazione

“Essere un’adulta senza figli mi mette in una condizione privilegiata di responsabilità: permette di non proiettare sui ragazzi le mie ansie o le mie aspettative, non li considero miei figli ma come interlocutori con meno esperienza con cui condividere la mia”. Perché di esperienza e consapevolezza si tratta: il tono che usa Giulia Blasi, anche in “Rivoluzione Z” non è mai borioso, è ironico e appassionato. È Il tono di voce di chi ha saputo stupirsi e valutare quali fossero gli strumenti mancanti a se stessa durante la sua adolescenza. Di chi porta addosso ancora le cicatrici di quel periodo di vita in cui farsi ascoltare è un’impresa eccezionale e esserci un ostacolo inespugnabile.

Vorrei potermi abbracciare e dire che si sopravvive a tutto, anche e soprattutto a se stessi, se si ha la pazienza di aspettare e si riesce a coltivare una vita dell’anima

Un incontro tra generazioni che, capitolo per capitolo assume un tono sempre meno di “ricordo e si allarga alla comprensione. Perché Giulia Blasi, in “Rivoluzione Z” chiama e richiama alla lettura anche e soprattutto il suo gruppo di coetanei.

Quelli che ancora non hanno ben compreso i tre concetti fondamentali di patriarcato, capitalismo e identità e orientamento di genere.

Che guardano al femminismo come ad un racconto di lotte appartenenti alla generazione precedente.

Che saturano di rabbia i social e che ancora non hanno imparato ad usare Internet, ma che lo condannano come qualcosa che non gli appartiene.

Giulia Blasi – Foto Libreria Teatro Tlon

“La mia generazione ha perso 20 anni. Tutto quello che abbiamo ottenuto negli ultimi 10 è stato un lavoro affannoso. Siamo state salvate dai social che ci hanno permesso di far passare messaggi rapidamente, ma io non credo di aver conquistato niente.”

Un niente che diventa così una conquista collettiva. Uno spazio di ascolto e crescita intergenerazionale dove gli adulti sono in ascolto e i giovani pronti a costruire con pazienza.

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